VIDEO #4 / Utopia Concreta – Otello Ciavatti parla della zona universitaria di Bologna.

UTOPIA CONCRETA è il workshop di co-progettazione che si è svolto il dal 29 gennaio al 3 febbraio 2018 e ha introdotto le due successive fasi di co-progettazione e auto-costruzione. Durante il workshop gli studenti di ingegneria (DICAM), di architettura e design (DA), di sociologia e diritto dell’economia (SDE), di storia (DISCI) e di scienze agrarie (DIPSA), ospiti negli spazi del Teatro Comunale, hanno progettato insieme la trasformazione di Malerbe, l’installazione temporanea verde presente in Piazza Scaravilli dall’estate del 2017, in un allestimento permanente di giardino spontaneo. Contestualmente sarà realizzato dagli studenti nello stesso spazio aperto un padiglione effimero, che rappresenta l’ultima fase del progetto Utopia e ospiterà parte della rassegna di performance ed installazioni che prenderanno vita nei luoghi principali della zona universitaria.

Utopia Concreta è una fra le azioni di ROCK, progetto Horizon 2020 finanziato dall’Unione Europea e finalizzato alla riqualificazione della zona universitaria.

A cura di: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Fondazione Teatro Comunale di Bologna, U-Lab in collaborazione con il Comune di Bologna, nell’ambito del progetto ROCK

Otello Ciavatti – Comitato Piazza Verdi – parla della zona universitaria di Bologna.

“Sono un residente della zona, abito in via Belle Arti da sempre, da ex-studente ho frequentato Piazza Verdi […] sono della generazione del ‘68, tutte le manifestazioni politiche le ho vissute, si sono svolte proprio qua in questa zona”

“Nel ‘77 ero qui in zona quando è stato ucciso Francesco Lorusso e quindi ho vissuto i tre giorni, terribili, completamente”

“Questa è una zona della cultura, della musica, del teatro, della bellezza…e questo deve restare […] io assieme ad altri ci battiamo da sempre perchè questo diventi il motivo dominante della zona contrastando, di conseguenza, tutto ciò che mette in discussione questo principio”

“Vorrei che ci fosse un piano di area, chiamiamolo così, fondato su alcuni elementi fondamentali, ciascuno deve fare il proprio dovere”

“Chi fa cultura deve fare cultura, deve occupare gli spazi con una certa continuità, non con degli spot ogni tanto ma con un programma vero, in particolare il Teatro Comunale”

“Ci vogliono dei progetti di intervento socio-sanitari, chiamiamoli così, rivolti alle persone che sostano in piazza: i senzatetto, gli ex punkabbestia, diciamo tutto quel mondo che crea una certa insicurezza ma unicamente per come si veste, come si presenta, perchè non ha risorse, non ha possibilità di lavoro…ci vuole assistenza”