VIDEO #1 / Utopia Concreta – Manuel Orazi parla della zona universitaria di Bologna.

UTOPIA CONCRETA è il workshop di co-progettazione che si è svolto il dal 29 gennaio al 3 febbraio 2018 e ha introdotto le due successive fasi di co-progettazione e auto-costruzione. Durante il workshop gli studenti di ingegneria (DICAM), di architettura e design (DA), di sociologia e diritto dell’economia (SDE), di storia (DISCI) e di scienze agrarie (DIPSA), ospiti negli spazi del Teatro Comunale, hanno progettato insieme la trasformazione di Malerbe, l’installazione temporanea verde presente in Piazza Scaravilli dall’estate del 2017, in un allestimento permanente di giardino spontaneo. Contestualmente sarà realizzato dagli studenti nello stesso spazio aperto un padiglione effimero, che rappresenta l’ultima fase del progetto Utopia e ospiterà parte della rassegna di performance ed installazioni che prenderanno vita nei luoghi principali della zona universitaria.

Utopia Concreta è una fra le azioni di ROCK, progetto Horizon 2020 finanziato dall’Unione Europea e finalizzato alla riqualificazione della zona universitaria.

A cura di: Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, Fondazione Teatro Comunale di Bologna, U-Lab in collaborazione con il Comune di Bologna, nell’ambito del progetto ROCK

Manuel Orazi – Storico dell’architettura e curatore presso la casa editrice Quodlibet – parla della zona universitaria di Bologna.

 “San Giacomo che è una chiesa che, secondo me, pochi frequentano e visitano eppure è paragonabile alla San Lorenzo a Firenze, […] è una delle pochissime chiese rinascimentali a Bologna […] Bologna è diversissima da Firenze, è più medievale”

“Che cosa dire di Via Zamboni, la conosco anche per lavoro […] è un po’ due anime: quella architettonica e quella della casa editrice, per cui per me è un luogo di sapere e di incontri”

“è un luogo familiare a tutti”

“Secondo me va mantenuta il più possibile la sua varietà […] la varietà la manterrei, ma la varietà non comprende il crimine […] viva la varietà”

“è un contesto sociale fatto non solo di studenti del DAMS coi giornali e i libri, ma anche di abitanti, pensionati, signori che vanno al lavoro, insomma di chi ci abita”

“io invito a non copiare soltanto ma a rivolgersi ad un uso più creativo […] a guardare la varietà, la mixité di una città”

“le città belle sono quelle ricche di varietà, le città brutte sono quelle monotematiche”